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ATmega328P: il cuore di molti progetti

Il mondo Arduino mi ha permesso di avvicinarmi, da profano, all’elettronica digitale.

 

Il grande merito di Arduino è stato quello di demistificare l’elettronica, facendo scoprire a molti che progettare e costruire circuiti elettronici funzionanti non è un compito impossibile. Molti anni prima avevo utilizzato saldatori, Pcb e rotoli di stagno, ma senza una piena consapevolezza.

Un kit Arduino mi ha introdotto al mondo dell’elettronica digitale. Ho scoperto che, come nella programmazione informatica, è possibile assemblare una sequenza di componenti; prevedere come si comporteranno; ottenere, effettivamente, i risultati attesi.
Resistenze e condensatori di fatto modificavano il flusso di corrente proprio come previsto dalle formule.

Inoltre un microcontrollore poteva essere programmato per ricevere dati in input ed accendere o spegnere – come conseguenza di un algoritmo – vari interruttori. Gli interruttori sono i piedini del componente.

A partire da qui, tutto è possibile. Studiando le caratteristiche di altri componenti si possono aggiungere circuiti integrati, combinare i componenti classici – resistenze, condensatori, diodi di vario tipo, transistor, triac… – e assemblare questo magnifico ibrido rame-bit prima sulle prototyping board, poi sulle Printed Circuit Board, o su altri supporti intermedi.

 

 

Ho realizzato diversi progetti, usando vari componenti (schermi Lcd, Mux per moltiplicare gli output altrimenti fissi del controller….), e ricostruendo anche – come parte di altri progetti – la parte di Arduino necessaria al funzionamento dei circuiti. Ho usato anche software Cad per il disegno di un mio circuito:

 

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